Che fine ha fatto Achille Occhetto? L’uomo della “svolta della Bolognina” pubblica libri sulla politica
Il 3 febbraio 1991 il XX Congresso del Partito Comunista Italiano sanciva il definitivo cambio di nome e del simbolo dello storico partito, che diventava Partito Democratico della Sinistra (PDS) e che sostituiva la falce e martello con la quercia, con alla base il simbolo del PCI reso graficamente più piccolo.
Sono passati 30 anni esatti da quella data che portò a compimento quel processo che viene ricordato come “svolta della Bolognina” e che ha visto come artefice principale Achille Occhetto, che era divenuto segretario del PCI nel 1988 e che venne eletto anche come primo segretario del nascente PDS.
Occhetto fu anche il primo a sfidare Silvio Berlusconi nelle elezioni politiche del 1994, indicato come leader dell’Alleanza dei Progressisti. Ma le cose, come noto, non andarono bene per la sinistra, sconfitta dal Cavaliere e dal centrodestra.
Occhetto si dimise da segretario del PDS e da quel momento in poi non ebbe più incarichi politici di rilievo. Rimase comunque in politica, aderendo successivamente ai Democratici di Sinistra e nel 2007 a Sinistra Democratica, non condividendo il processo politico che portò alla nascita del PD. Nel 2009 partecipò inoltre al processo costituente di Sinistra Ecologia e Libertà.
Occhetto oggi ha 84 anni e non manca di esprimere le sue opinioni in merito alla situazione politica attuale, sia nazionale che internazionale, anche attraverso i suoi canali social.
Il politico di sinistra pubblica anche libri che continuano a ricevere un certo riscontro nel mondo culturale. Nel 2018 l’ex segretario del PDS ha pubblicato “Pensieri di un ottuagenario” e “La lunga eclissi”. Lo scorso ottobre Occhetto ha invece presentato il volume “Una forma di futuro”.