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Che fine ha fatto Francesco D’Arrigo, allenatore del Pontedera che fece il miracolo contro l’Italia di Sacchi? Oggi è docente del settore tecnico FIGC

Mancano ormai pochi giorni al debutto della Nazionale Italiana di calcio agli Europei 2020, rimandati a quest’estate a causa della pandemia di Covid-19.

Le amichevoli del team allenato da Roberto Mancini hanno finora dato ottimi segnali, diversamente da quanto accaduto nel 1994, a pochi mesi dal Mondiale statunitense.

In una delle ultime uscite dell’Italia allenata da Arrigo Sacchi prima dei Campionati del Mondo negli USA, gli azzurri vennero incredibilmente sconfitti per 2-1 dal Pontedera, formazione che allora militava nel girone B della Serie C2.

La seconda rete venne realizzata da Alfredo Aglietti, che si fece poi apprezzare anche come attaccante di Reggina, Napoli e Verona. Ma chi allenava quel Pontedera?

In pochi si ricordano di Francesco D’Arrigo, coach della formazione toscana che riuscì nell’epica impresa di battere la Nazionale che qualche mese dopo si giocò il titolo in finale contro il Brasile a Pasadena, perdendo solo ai calci di rigore.

Al termine di quella stagione il suo Pontedera riuscì a centrare la promozione in C1. D’Arrigo ha poi girato moltissime piazze – su tutte Empoli, Pisa, Lucchese, Giulianova, Manfredonia e Avellino – riuscendo a vincere anche un campionato di Serie C e una Coppa Italia di Serie C alla guida del Pisa.

Purtroppo, l’allenatore lucchese non è mai riuscito ad approdare nelle categorie superiori. Dal 2011 è docente del Settore Tecnico Federale di “Tecnica e Tattica” nei corsi Uefa B e insegnante nei cinque corsi annuali UEFA A e UEFA PRO per allenatori professionisti, organizzati nella sede centrale di Coverciano dalla FIGC.

Oggi D’Arrigo ha 62 anni e gestisce un gruppo su Facebook dal nome “Allenatori ispiratori”, con l’obiettivo di far scambiare opinioni e idee sul gioco del calcio. Il gruppo ha oltre 3.000 membri.

“Non è solo merito mio – ha detto D’Arrigo in una recente intervista – ma anche della partecipazione di tanti miei ex corsisti che ne hanno rilevato una chiara importanza per accrescere la loro formazione”.

Roberto

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