Che fine ha fatto Giampiero Manenti? I tifosi del Parma non dimenticano il “grande bluff”: oggi è consulente
All’inizio del 2015 il Parma (all’epoca ancora in Serie A) navigava davvero in pessime acque, tanto che cominciava ad aleggiare sul Tardini lo spettro del fallimento.
Ma il 6 febbraio si palesò quello che pareva essere l’uomo della Provvidenza. Parliamo di Giampiero Manenti, imprenditore brianzolo che rilevò la squadra ducale al prezzo di un solo euro e promise di rimettere in sesto i conti tramite un piano di salvataggio.
Ma i bonifici assicurati da Manenti non arrivarono mai, tanto che il Parma subì anche un punto di penalizzazione per non aver versato le ritenute IRPEF e INPS.
D’altronde, in città si cominciava a dire apertamente che la Mapi Group, ovvero la piccola aziende di consulenze di proprietà di Manenti con sede a Nova Gorica (Slovenia), non poteva certo bastare per coprire i “buchi” di bilancio del Parma e per sostenere i costi di una società di quel livello.
Solo un paracadute di 5 milioni da parte di Lega e FIGC consentì ai parmigiani di concludere il campionato, terminato comunque con la retrocessione in Serie B e con il successivo fallimento (ripartì dalla Serie D).
Manenti, dopo un mese di menzogne, venne arrestato il 18 marzo dalla Guardia di Finanza assieme ad altre 22 persone. Per l’imprenditore brianzolo l’accusa fu di autoriciclaggio e concorso in tentato reimpiego di capitali illeciti, oltre all’indebito utilizzo di carte di credito.
Ma che fine ha fatto Manenti? Dopo 6 anni e mezzo l’imprenditore continua a professare la sua innocenza, parlando di un complotto orchestrato dalla FIGC e dall’allora sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, per danneggiarlo.
Dopo aver trascorso un brevissimo periodo a San Vittore (circa 15 giorni, ma le indagini sono tuttora in corso), oggi risulta che Manenti svolga la professione di consulente per alcune aziende europee. La giustizia sportiva lo ha condannato definitivamente a 5 anni di squalifica.