Che fine ha fatto Marcelo Salas? Oggi è patron del club cileno dove ha tirato i primi calci
Nominare Marcelo Salas significa far emozionare molto i tifosi della Lazio e molto meno quelli della Juventus.
L’attaccante cileno sbarcò alla corte di Cragnotti nell’estate 1998, dopo un ottimo Mondiale di Francia (segnò anche agli Azzurri) e due eccellenti stagioni al River Plate, dopo gli esordi all’Universidad de Chile.
All’epoca Salas aveva 24 anni e riuscì subito a conquistare il tifo biancoceleste a suon di gol e di prestazioni notevoli.
In 117 presenze con la maglia della Lazio, Salas riuscì a collezionare 47 reti in tutte le competizioni. Il Matador portò a casa due Supercoppe Italiane, una Coppa Italia e soprattutto uno storico scudetto, vinto al fotofinish grazie al sorpasso alla Juventus, “affondata” a Perugia tra mille polemiche.
Il destino volle che la squadra successiva di Salas fu proprio la Juventus. I bianconeri nell’estate 2001 non badarono a spese, con l’obiettivo di consegnare a Marcello Lippi una rosa in grado di riprendersi lo scudetto.
Arrivarono a Torino giocatori come Thuram, Buffon, Nedved e appunto Salas, che tuttavia, rispetto agli altri tre, deluse molto le aspettative: solo 4 gol per il cileno nelle due stagioni con Madama (condite comunque da due scudetti e una Supercoppa).
Salas fece ritorno al River Plate e nel 2005 all’Universidad de Chile, dove disputò quattro ottime stagioni prima di appendere le scarpette al chiodo, nel 2008.
Dopo il ritiro, il Matador ha deciso di acquistare il Deportivo Temuco, club dove il bomber cileno aveva tirato i primi calci (attualmente in Primera B, l’equivalente della nostra Serie B). Salas è diventato anche direttore sportivo del team.
Inoltre, l’ex Juve e Lazio ha inaugurato anche un’azienda agricola specializzata nella coltivazione dei mirtilli, che vengono successivamente esportati in Europa e Asia.